4 cose da sapere sulle bollette per seconde case e abitazioni vuote


Si tratta di un investimento intelligente, considerato tale soprattutto da coloro che non amano stare chiusi in stanze di albergo per settimane. Ci stiamo riferendo all’abitudine di trascorrere il tempo libero nella bella stagione, ma anche in inverno, nelle proprie seconde case.

Trascorrere una vacanza in una casa lontano dal trambusto quotidiano, sui monti o al mare, tra gabbiani e onde che lambiscono delicatamente la riva, a respirare aria pura, è certamente il desiderio di tutti. E’ un po’ un ritorno all’infanzia che evoca il trascorrere spensierato della giornata.

L’acquisto di una casa al mare può rappresentare il modo perfetto per ricreare quei tempi, un luogo dove distendersi spensieratamente e rifuggire dal ritmo frenetico della vita moderna.

Ma, molto spesso, il sogno è infranto dalla quotidianità che impedisce per mille ragioni differenti di acquistare una casa vacanza. Troppe le spese da affrontare per l’investimento iniziale e insostenibili, spesso, anche quelle che prevedono il pagamento di tasse e bollette che risultano anche più care rispetto a quelle della casa principale.

Il problema è ancora più gravoso per coloro che hanno abitazioni vuote e devono egualmente sostenere spese per servizi. Come funziona in questo caso?


Una premessa: differenza tra prima e seconda casa

Per prima casa dobbiamo intendere l’abitazione principale iscritta nel catasto edilizio quale unica unità immobiliare, con una categoria catastale che non appartenga a quella degli immobili di lusso, dove il proprietario e la sua famiglia “dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente”.

In pratica la prima casa è quella in cui il nucleo familiare ha la residenza e dimora abitualmente.

Il concetto di “residenza abituale” è quindi alla base di esistenza giuridica di prima casa.

Alla luce di ciò si classifica come “seconda casa”, l’immobile in cui si risiede in maniera occasionale, con annessa perdita di ogni beneficio fiscale.


Quanto incidono i costi per l’acquisto di una seconda casa?

Molte persone raggiungono un periodo della vita in cui iniziano a valutare con interesse l’acquisto di una seconda casa. Spesso tale decisione è dettata dal volersi ritirare in una parte diversa da quella in cui si vive abitualmente, con la speranza che l’acquisto divenga un buon investimento negli anni a venire.

Oltre alle tasse, bisogna tenere in conto però anche il costo delle bollette che, come seconde case o case vuote, hanno un peso diverso da quelle riferite all’abitazione principale.

In particolare, tra le voci di cui tenere conto è possibile annoverare le seguenti:


1. Bollette relative alla fornitura di energia elettrica per le seconde case


Il costo dell’energia elettrica per la seconda casa varia rispetto a quello dell’abitazione principale.

La causa è da addebitare al gravare degli oneri di sistema, ovvero le quote fisse che si vanno ad aggiungere all’importo dell’energia consumata. Con l’introduzione della tariffa TD non vale più la regola del “più consumi più paghi”.

Ai consumi più elevati non sempre corrisponde una bolletta più salata: per la seconda casa quindi dove i consumi elettrici sono più bassi le bollette hanno subito rincari anche sostenuti.


2. Bollette relative alla fornitura di gas per le seconde case


Per quanto riguarda la fornitura di gas, non vi è una variazione in base al tipo di casa.

E’ rilevante,piuttosto, la posizione geografica in cui si trova l’abitazione. Infatti, che sia prima o seconda casa, le tariffe variano in considerazione alla zona climatica in cui l’immobile è situato.


3. Bollette relative alla fornitura di acqua potabile alle seconde case


Il costo relativo alla fornitura di acqua potabile è, in genere, decisamente più alto rispetto a quello relativo alla prima casa. Si trova traccia di ciò all’art. 154 del Codice ambientale (D.L. n. 152-2006) nel cui testo è prevista la maggiorazioni di tariffe per le residenze secondarie.

Sono i Comuni e le aziende che gestiscono gli acquedotti a stabilire le tariffe che generalmente sono maggiori rispetto a quelle dell’abitazione principale.


4. Canone televisivo


Il canone Rai è incluso automaticamente nelle utenze domestiche per residenti.

In genere l’utenza della seconda casa è un’utenza per non residenti, per cui il canone RAI non viene incluso. Ogni famiglia deve pagare un solo canone Rai e se si paga sull’abitazione principale la seconda casa è esclusa. Nel caso di coppia di fatto, che non rientri nella definizione di famiglia anagrafica, entrambi i conviventi devono pagare il canone Rai, a meno che non si trasmetta l’autocertificazione contenente dichiarazione di esistenza del vincolo affettivo.

Avere chiarimenti utili a sapere come comportarsi in fatto di pagamento di utenze nelle seconde case è determinante, anche al fine di sapere come muoversi nell’ipotesi in cui vengano addebitate bollette troppo esose. Sono a disposizione, in ogni caso, servizi online a supporto dei consumatori utili a guidarli e orientarli nell’annosa valutazione della bontà e giustizia delle spese commissionate.



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