INPS: cosa fare in caso di decesso del pensionato?


A fronte della morte di un proprio congiunto, evento questo che segna e getta nello sconforto chiunque, al dolore della perdita si aggiunge la necessità di assolvere a tutte quelle pratiche burocratiche che non possono e non devono essere trascurate.

Ciò, a meno di non voler risultare fuori regola.

Sono tanti e tali i tasselli che compongono il grande mosaico che della burocrazia post mortem da disorientare. Purtroppo, c’è davvero tanto di cui prendersi cura.

Nel caso in cui, poi, il decesso riguardi un pensionato Inps, le cose si complicano ulteriormente.

Qualche chiarimento, quindi, non può che tornare certamente utile.


1. Domanda di sospensione della pensione: cosa deve contenere?


L’inoltro della comunicazione di decesso contenente la richiesta esplicita di sospensione dell’erogazione della pensione del defunto è fondamentale: qualora si provveda in maniera tardiva le eventuali mensilità di pensione nel frattempo erogate dopo la morte devono essere restituite.

La legge, a tale proposito, è molto chiara.

La comunicazione di decesso va inviata all’Inps inserendo:

  • Nome, cognome, luogo e data di nascita, codice fiscale del de cuius;
  • Numero della pensione (se lo si possiede);
  • Luogo, data e ora del decesso;
  • Dati anagrafici del dichiarante;
  • Data, luogo di nascita, indirizzo di residenza dell’erede.


2. Trasmissione dell’autocertificazione: quali strumenti utilizzare?


Ai fini di ottenere la domanda di reversibilità della pensione – sempre che se ne abbia diritto, naturalmente – l’interessato, nelle vesti di congiunto del defunto, può presentare alla sede Inps un’autocertificazione con la quale comunicare il decesso e richiedere contestualmente la reversibilità.

La richiesta ha luogo tramite la compilazione del modulo SO1, debitamente firmato, a cui corredo va presentato certificato dello stato di famiglia, contenente la data di morte del decuius.

In caso di mancata riscossione della pensione, il congiunto è tenuto a compilare solo il modello della reversibilità: graverà poi sull’ente di previdenza l’obbligo di liquidare la relativa somma, verificando che, di fatto, sussistano le relative condizioni a norma di legge.

L’autocertificazione di decesso può essere inviata tramite raccomandata, tramite Pec o anche tramite consegna a mani, anche se il modo sicuramente più celere e sicuro consiste nel rivolgersi ad appositi servizi online pensati a tutela dei consumatori.

Se il defunto percepiva più pensioni, a prescindere che fossero erogate tutte dall’Inps o da altri enti,è necessario provvedere a effettuare tante comunicazioni per quanti erano gli assegni.

Stesso discorso vale nel caso in cui il familiare deceduto percepiva vitalizi erogati da fondi pensionisticie/o assicurativi.


3. Quali info inserire nella documentazione da presentare?


I documenti da presentare all’Inps non si limitano certo alla sola autocertificazione e al certificato dello stato di famiglia.

Ecco di seguito tutta la documentazione occorrente:

  • Certificato di pensione, con data della ricezione dell’ultima rata percepita;
  • Certificato di morte;
  • Atto di notorietà attestante le generalità degli eredi del de cuius;
  • Copia autenticata di testamento, qualora vi sia.

Si tratta di una documentazione importate, in quanto consente di attivare il delicato meccanismo che sta dietro alla reversibilità.


4. Quanto tempo si ha a disposizione per la presentazione della domanda?


Senza dilungarci troppo sulle condizioni sottese al riconoscimento della reversibilità del de cuis, sul sito dell’INPS si legge che la pensione di reversibilità decorre dal mese successivo alla data del decesso del pensionato, indipendentemente dalla data di presentazione della domanda di pensione.

Naturalmente, quest’ultima rappresenta una conditio sine qua non da rispettare fedelmente.

È doveroso tenere a mente che è necessario presentare apposita domanda – anche nota come domanda di pensione in favore del superstite – in modo da tutelare il diritto a tale prestazione ed evitare che esso cada in prescrizione.

Il tempo si ha a disposizione per la presentazione della domanda è pari a 10 anni (articolo 2946 del Codice civile) dal decesso del pensionato.

Si spera, in conclusione, che questa disamina possa rendere meno ostile, specie in un momento delicato qual è quello della morte di un proprio caro, l’iter burocratico da rispettare.

Per fortuna, esistono delle piattaforme online in grado di aiutare i cittadini, veicolandoli e supportandoli in queste operazioni, così da consentire loro, nella maniera più agevole e rapida possibile, di far valere i propri diritti e i propri interessi nel delicato momento del post mortem.



  1. Zorro.it
  2. News
  3. INPS: cosa fare in caso di decesso del pensionato?

INPS: cosa fare in caso di decesso del pensionato?

Condividi su


Zorro.it
Seguici su


Zorro.it è marchio di proprietà di Zorro Productions inc. Questo portale è un progetto di Digital Granata srl, Sede Legale: viale Beatrice d'Este 10 - 20122 Milano (MI) P.IVA 09361761217  -  Il servizio di intermediazione assicurativa di Zorro.it è gestito da Digital Granata srl regolamentato dall'IVASS ed iscritto al RUI in data 14/12/2022 con numero B000720217 - P.IVA 09361761217 - PEC digitalgranatasrl@pec.team-service.it  -  Il servizio di comparazione tariffe ed i servizi di marketing sono gestiti da Digital Granata srl P.IVA 09361761217